Brano: [...]repubblica
L’1.9.1969, a conclusione di un colpo di stato incruento, fu proclamata in Libia la repubblica, mentre l’ottantenne re Idriss I si trovava in Turchia nella stazione di cure termali di Bursa. Il principe ereditario Hassan el Reda el Senussi, reggente in assenza dello zio Idriss, rinunciò subito alle proprie funzioni costituzionali e, anzi, esortò la popolazione ad appoggiare il nuovo regime repubblicano. Il potere fu assunto da un « Consiglio della rivoluzione » capeggiato da militari.
All’atto dell'insediamento, il nuovo governo diramò alla popolazione il seguente comunicato: « Vi informiamo di quanto segue: 1° Tutti i consigli legislativi del vecchio regime sono aboliti. A partire dal I settembre sono privati di ogni potere. Qualsiasi tentativo dei vecchi dirigenti di contrastare la rivoluzione sarà energicamente represso;
2° il Consiglio della rivoluzione è l’unico organo che dirige gli affari della Repubblica araba libica. Pertanto tutte le amministrazioni pubbliche, i funzionari e le forze dell’ordine sono ormai a disposizione del Consiglio della rivoluzione. I contravventori saranno processati;
3° il Consiglio della rivoluzione vuole manifestare al popolo la sua volontà e la sua determinazione a edificare una Libia rivoluzionaria, una Libia socialista [...], lontana da ogni dottrina, fiduciosa nella certezza dell’evoluzione storica che farà della Libia, paese sottosviluppato e malgovernato, un paese progressista che lotterà contro il colonialismo e il razzismo e aiuterà i paesi ancora sotto il giogo coloniale;
4° il Consiglio della rivoluzione attribuisce una grande importanza all'unione dei paesi del Terzo mondo e agli sforzi per vincere il sottosviluppo sociale ed economico;
5° esso crede profondamente nella libertà di religione e nei valori morali contenuti nel Corano e s’impegna a operare per la loro difesa ».
Idriss chiese l’aiuto della Gran Bretagna, ma questa non lo concesse e, anzi, riconobbe il nuovo regime.
I dirigenti della rivoluzione [Mohamed el Gheddhafi, Giallud, Hamza, Kharrubi, Hamedi, El Hum, Hawadi, Mgarief, Miheshi e M. S. el Magh
rabi, capo del governo) si accinsero ad affrontare i numerosi problemi[...]
[...]onde, El Gheddhafi affermò: « Noi abbiamo fatto la rivoluzione contro la corruzione e l’ingiustizia, contro una divisione troppo ineguale delle ricchezze [...]. Il nostro socialismo sarà innanzitutto un socialismo islamico. Noi siamo una nazione musulmana. Rispettiamo dunque, come lo prescrive il Corano, il principio della proprietà privata, anche ereditaria. Ma il capitale nazionale sarà favorito per contribuire allo sviluppo del paese ».
Il Consiglio della rivoluzione non effettuò la nazionalizzazione dell’industria petrolifera e, quanto alle basi militari, si limitò a chiedere agli americani e agli inglesi di abbandonarle al più presto, cosa che infatti avvenne nel 1970. Nel luglio
1970 il governo confiscava i beni di tutti i residenti italiani (che erano circa 40.000 fino al 1969), e nazionalizzava le locali dipendenze del Banco di Roma e del Banco di Napoli, nonché la banca inglese Barclay’s, denominandole rispettivamente Banca della Nazione, Banca dell’industria, Banca della Repubblica.
Nel contempo venivano aumentati i salari e diminuiti i prezz[...]